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Pixxelmusic: il festival itinerante che unisce nel segno del suono

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Pixxel Music - foto evento 03

“Tutto è cominciato nel 2005 con un convegno all’Università del progetto sloveno Pixxelpoint”. Inizia così l’avventura che ha portato alla creazione di Pixxelmusic ed alle sue 7 edizioni.

Incontro Cristian Natoli, nella vita video-maker, all’interno di Pixxel responsabile organizzativo e direttore artistico dell’audiovisivo.

Come è nato Pixxelmusic?

Dopo il convegno di Pixxelpoint all’Università di Udine a Gorizia, Lucide, l’associazione che poi assumerà il nome di Pixxelmusic, partecipò ad Innovation alla Fiera di Udine. Lo stand vicino al nostro era quello di MTV, che ci chiese di proporre una collaborazione.

La proposta si basava sul concetto che il video ha bisogno dell’audio e l’audio necessita del video. Si pensi alle origini del cinema, quando venivano proiettate immagini senza alcun suono su una parete. Si è subito avvertita la necessità di introdurre suoni, prima con il pianista in sala fino ad arrivare al cinema come lo conosciamo oggi. Anche durante i concerti, viceversa, si sente il bisogno di un supporto visivo.

È stato da subito un progetto transfrontaliero?

Sì, è uno dei pochi eventi davvero transfrontalieri. Pixxelpoint nasce in Slovenia. Quando abbiamo proposto la nostra idea ad MTV, li abbiamo subito coinvolti. Anche quando abbiamo cambiato nome a Lucide, abbiamo voluto dare continuità e l’abbiamo ribattezzata Pixxelmusic.

Lingua utilizzata per le comunicazioni: inglese, italiano, sloveno o gesti?

Tanti gesti. Poi si creano delle situazioni divertenti. Un ragazzo sloveno convinto di parlare un ottimo italiano si rifiutava di comunicare in inglese. Dopo due mesi che non ci siamo capiti, si è deciso ad usare l’inglese.

Quando iniziate ad organizzare il festival?

Cominciamo già verso aprile a fare una bozza di programma. Gli ultimi due mesi sono quelli più intensi, lavoriamo duro tutti quanti. Siamo soliti anche prendere dei tirocinanti, che ci aiutano per l’organizzazione. La cosa bella è che si crea ogni anno un bel gruppo di lavoro, età media 26 anni. Molti dei ragazzi che partecipano all’organizzazione hanno poi trovato lavoro nel campo.

Come scegliete gli artisti?

Cerchiamo tra gli artisti che partecipano ai festival in giro per il mondo, ci vengono segnalati da consulenti esterni oppure attraverso conoscenze. Ci sono dei dj locali che bazzicano attorno a Pixxel e ci sono i main dj che invece cambiano rigorosamente ogni anno.

Konrad Becker, ad esempio, è viennese e ci piaceva l’idea di fare una serata con lui all’interno di Palazzo Lantieri, che con il suo stile ricorda un po’ la capitale austriaca.

LynoLeum, invece, è di Lubiana. In questo caso la vicinanza geografica ha contato molto perché per il mapping bisognava fotografare il chiostro di piazza Sant’Antonio e prendere le misure. Lo stesso LynoLeum ha deciso che doveva essere accompagnato da Dj Color, perché spesso collaborano insieme. Anche lui mi piace molto, gli dico sempre che se fossi milionario lo pagherei per venire il sabato a suonare a casa mia, qualunque disco scelga mi riesce a mettere di buon umore.

La serata di giovedì con gli hBar era in concomitanza con l’uscita del loro nuovo dvd ed era la loro prima performance italiana.

I NoSet, invece, sono una nostra semi-produzione: sono due ragazzi del conservatorio di Trieste. L’idea era quella di sconfessare il dj set per creare un paradosso in vista dell’ultima serata, in cui il dj set era il punto focale.

Alla chiusura, infatti, hanno partecipato 5 dj. Sembrerebbero tanti, ma noi sappiamo che un singolo dj riesce a dare il massimo per un’ora, massimo un’ora e mezza. Non vogliamo che sia droga music, ma che per tutto il corso di una serata ognuno riesca a dare il meglio di se.

Ogni anno chiamiamo dei dj underground di un certo livello che poi hanno sfondato.

Cose che avete fatto quest’anno e che ripeterete l’anno prossimo.

La scelta delle ambientazioni. La collaborazione con palazzo Lantieri è stata fantastica, si sono mostrati apertissimi. È stato bello il connubio della parte storica della città con l’ultramoderno.

Cose che, invece, è meglio non ripetere.

Abbiamo sempre qualche dubbio sul periodo dell’anno. La neve all’inaugurazione è piaciuta molto, ma è stata solo una botta di culo, quella sarebbe stata pioggia. La teniamo con riserva, perché l’abitudine della gente è che in quel periodo c’è Pixxel. Se me lo richiedi l’anno prossimo, ti risponderò la stessa cosa.

In una parola l’edizione Pixxel di quest’anno.

Itinerante

Konrad Becker

Pixxelpoint: tradurre il suono in arte e l’arte in suono.

Ed è effettivamente itinerante. Navette gratuite per unire le due parti della città, quella slovena e quella italiana, sotto un unico linguaggio universale: il suono. “Il suono è presente ovunque”. Ne è convinto Aljoša Abrahamsberg, uno degli organizzatori di Pixxelpoint. “Nella camera insonorizzata diventi tu il suono, il tuo cuore, i tuoi polmoni, il tuoi movimenti.”

L’esperienza sensoriale che coinvolge l’udito, il tatto e la vista comincia a Nova Gorica presso la galleria d’arte Mestna Galerija. Entrando si sentono suoni sconnessi l’uno dall’altro e si è subito colpiti dalla particolarità delle opere esposte: un mastodontico ammasso di travi di legno le quali regalano suoni tenui dalle fessure ricavate dall’invecchiamento, una struttura che sembra venuta da un lontano futuro che collega una boccia centrale in cui sono esposti piccoli animaletti alle loro riproduzioni ingrandite proiettate su degli schermi, un televisore che trasmette il movimento del suono che si può ascoltare in cuffia, un computer che permette ai curiosi di fingere di trovarsi in diversi luoghi di una città attraverso i rumori del posto.

E poi le due opere che più hanno colpito il pubblico, per il loro alto grado di interattività.

Suono solido è la creazione di Tao G. Vrhovec Sambolec che ipotizza una futura vita umana sulla luna. Il fenomeno della propagazione del suono attraverso l’aria sarà inesistente, per sperimentare l’esperienza del suono così come lo conosciamo sulla Terra bisognerà utilizzare dei piccoli trasmettitori vibranti gestiti come lecca-lecca, il suono sarà così trasmesso tramite i denti ed il cranio fino all’orecchio interno.  Le bocche saranno organi di udito e le teste si trasformeranno in altoparlanti. Sembra fantascienza, ma funziona davvero.

Sonophore è una mappatura di linee di nastro magnetico aderenti alla parete. Per creare suono bisogna indossare un guanto  che legge le registrazioni su centinaia di sezioni del nastro. Una chiacchierata con l’artista è d’obbligo.

Pixxel Music - foto evento 02

Veloce buffet di prodotti locali e si riparte con la navetta verso l’esposizione della Galerija Dimenja Napredka sempre a Nova Gorica. La mostra si intitola Arctic Perspective Initiative ed è un complesso di quadri inerenti il freddo nord del mondo.

“Cerco i suoni provenienti da fonti invisibili, nelle profondità del mare i paesaggi sonori sono invisibili ma udibili.” Jana Winder sintetizza così il suo lavoro di ricerca del suono nell’Artico.

Altro buffet, altra navetta, questa volta direzione Italia, Gorizia, galleria ArtOpenSpace.

Questa volta si viene travolti da suoni contrastanti, confusi ed assordanti appena si varca la soglia. Si viene accolti dagli stridolii e dai boati provenienti dalle opere in esposizione.

Al centro della sala si erge una scala, al suo apice è fissata una grancassa che rumoreggia a causa di filamenti e altri marchingegni installati sul suo perimetro.

Il resto della povera batteria sacrificata in nome dell’arte è stata montata su un’altra opera insieme ad altri oggetti che mi viene spontaneo collegare ad un’officina meccanica.

Su una parete è stato appeso un pannello che rievoca i bei vecchi tempi del walkman e delle audiocassette, collegate tutte con un unico nastro magnetico il quale suona in maniera diversa a seconda della cassetta in cui passa. Una specie di gioco del telefono senza fili che evidenzia come le informazioni vengano distorte in base alla fonte da cui vengono promulgate.

Un altro gioco sonoro attira gli spettatori. E’ basato sul sistema della metropolitana di New York, ad ogni nodo di scambio, ad ogni partenza e ad ogni arrivo viene emesso un suono che accompagnato dagli altri suoni crea un’allegra melodia.

Suono e immagine, immagini e suoni. Mille combinazioni da scoprire, perchè no all’edizione di Pixxel dell’anno prossimo.

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